Il nerbo di Igino Giordani. Per ridare speranza alla politica
Nel dibattito pubblico attorno alla politica si respira, da troppo tempo ormai, un’aria pesante. Si ha l’impressione, anche in vista delle prossime elezioni europee, che si soffra di vista corta. Dilagano la decadenza e la disperazione, più che la lungimiranza e le idee costruttive.
In situazioni come queste, a volte può essere utile guardarsi indietro. Non tanto per il gusto antipatico del “si stava meglio quando si stava peggio!”, ma per rintracciare, in un passato neanche troppo remoto, quei modelli virtuosi che sono le nostre radici, cui attingere per immettere nuova linfa vitale nei circuiti dell’impegno per il bene comune.
È quanto si è proposto di fare il convegno “In principio era il… nerbo. Igino Giordani e il coraggio della coerenza politica”, svoltosi il 30 aprile scorso al Collegio Capranica di Roma.
Fin dal suo titolo, esplicitamente provocatorio, s’intuisce l’obiettivo che gli organizzatori dell’evento – il Centro Igino Giordani e Città Nuova editrice – si erano dati: guardare al “principio”, cioè ad un tempo all’origine e al fondamento dell’impegno diretto nella politica italiana di uno dei suoi protagonisti della prima ora, Igino Giordani (1894-1980), per rintracciarne il “nerbo”: il coraggio e la coerenza, in tempi non certo meno duri dei nostri quali sono stati il regime fascista e la ricostruzione del Paese nell’immediato dopoguerra, che hanno contraddistinto l’agire politico e l’attività giornalistica e di scrittore di Giordani.
L’on Rosa Russo Jervolino, che ha conosciuto personalmente Giordani formandosi alla sua scuola, e il prof. Rocco Pezzimenti, intervistati dal prof. Alberto Lo Presti, hanno tracciato le linee guida del pensiero politico del tiburtino, evidenziandone non solo la forte spinta profetica, ma anche la sua straordinaria attualità. È in tempi di disperazione – il messaggio comune lanciato dai due relatori – che deve emergere, anche in politica, la virtù della speranza di cui Giordani ci è maestro nella fedeltà del quotidiano.
L’occasione del convegno era data anche dalla recente pubblicazione del volume dell’on. Tommaso Sorgi, già direttore del Centro: Igino Giordani. Storia dell’uomo che divenne Foco (Città Nuova 2014), che traccia, con una narrazione avvincente e densa di documentazione storica, la poliedrica biografia di Giordani fino al 1948, anno dello storico incontro con Chiara Lubich.
Proprio per dare voce alla polifonia di realtà di cui s’è intessuta la vita di Giordani, si sono susseguite una serie di testimonianze sul suo incontro col Movimento dei Focolari, sul suo impegno ecumenico, sulla sua attività giornalistica e sul suo essere in certo senso “anticipatore” di alcune delle idee del Concilio Vaticano II.
Ad accogliere questo arduo appello che il convegno voleva lanciare, sono stati oltre 150 i presenti, tra parlamentari, docenti universitari, giornalisti, intellettuali, cultori della figura di Giordani e suoi famigliari.
L’entusiasmo registrato tra i partecipanti e l’interesse suscitato su alcuni organi di stampa, ci fanno dichiarare che con questo convegno davvero Igino Giordani è tornato “nel cuore” di Roma, accanto a quei palazzi del potere che per anni ha frequentato e servito. Vi è tornato non solo fisicamente ma anche e soprattutto – ed è il nostro auspicio – col suo “nerbo” che tanti di coloro che si dedicano alla gestione della cosa pubblica ci auguriamo possano imitare.